“Ho lanciato un sasso nello stagno, ha fatto cerchi tutti in tondo, alcuni si son persi al largo altri sono andati a fondo…” cantava Grignani in una delle sue più belle canzoni di, ahimè, tanti anni fa. Era da tanto tempo che, per motivi personali, non scrivevo più per Calciolunigianese e così, un po’ la nostalgia e un po’ la voglia di far nascere una discussione, mi hanno portato a pubblicare un sarcastico commento sul trasferimento di Mattia Tedeschi alla Fivizzanese.
Come nel mio stile, ho preso spunto da un episodio per fare un ragionamento più ampio su un tema che mi sta a cuore. Niente di personale, quindi, né nei confronti di Tedeschi né, tantomeno, della Fivizzanese. A loro va il mio più sincero in bocca al lupo.
E’ assolutamente legittimo e intelligente anteporre questioni importanti come lo studio, il lavoro, l’amore o gli amici al calcio inteso come passatempo e poi ci si può divertire anche giocando nella piazzetta sotto casa.
Tuttavia c’è un qualcosa che mi bolle nello stomaco. Quante volte si sente dire che il calcio è metafora della vita. Io credo che ne sia un vero e proprio aspetto nel quale si manifestano circostanze che richiedono delle scelte.
Viviamo un periodo storico difficile, o perlomeno peggiore di chi è stato giovane nei “favolosi anni ‘80”. Ma senza andare troppo indietro, guardando al secolo scorso, i giovani hanno dovuto affrontare in prima persona due guerre, una dittatura, la fame e, quotidianamente, dovevano fare chilometri a piedi per raggiungere il lavoro o la fidanzata. Eppure, se oggi siamo qua , lo dobbiamo a loro, alla loro tenacia e alla loro voglia di lottare per migliorare le cose.
Poi è arrivato il benessere, ci si è dimenticati dei sacrifici che lo hanno prodotto, e oggi si pensa che sia tutto dovuto. Non è così!
Se si vuole svoltare ci vuole il coraggio di scegliere i sentieri meno battuti, più lunghi, più tortuosi; chi decide di prendere strade comode o passare per le scorciatoie oggi non ha un futuro garantito e non aiuta a cambiare le cose.
Così anche nel calcio, chi vuole togliersi delle soddisfazioni, deve infondere impegno e passione e puntare a raggiungere il massimo. Abbiate una sana ambizione!
Non c’è niente di più patetico di sentire racconti mitizzati sulla propria gioventù da ex ragazzi che rivivono la propria storia come se fossero i protagonisti di programmi televisivi tipo “Vite Straordinarie” o “Sfide” in una miscela di ricordi vissuti e ricordi soltanto immaginati, ma fatalmente smentiti dalla cruda realtà. Generalmente chiudono così: “Se avessi avuto un’altra testa avrei giocato….sarei diventato…”
Tra qualche anno potrete fantasticare a vostro piacimento nei ricordi, ma in cuor vostro voi conoscerete la verità.
Ancora Grignani nella stessa canzone: “Questo è il mio momento[…] io sono di me stesso il nemico”
M.