"Continua il nostro viaggio,alla scoperta dei calciatori lunigianesi che militano nei campionati emiliani;questa settimana incontriamo Emanuele Fanti estremo difensore classe '81 dell'Astra, compagine impegnata nel girone D del campionato di seconda categoria Emiliano. Pur avendo risposto tardi alla vocazione calcistica, questo vero e proprio giramondo del pallone ha saputo trovare il modo di farsi conoscere a Terrarossa, Gragnola, Om Pontremoli, Bedonia, Selva 2000, Licciana, Casola, Cristo Re, Podenzana, asd Pontremolese, Bardi e Astra.
-Emanuele,raccontaci come il calcio sia entrato nella tua vita,cosi',all'improvviso a quasi 20 anni.
Il calcio,ma nello specifico, il ruolo del portiere e' sempre stato nella mia vita. Fin da piccolo ero l'unico dei miei amici che nelle partitelle voleva stare in porta. L'esperienza nelle giovanili del pontremoli non sono state esaltanti e la mia strada a preso una direzione diversa,divisa tra atletica e pallacanestro,senza rinunciare ai tornei estivi disputati trai pali. A vent'anni e' arrivata la chiamata del Terrarossa,per la Juniores provinciale e da li e' iniziata la mia avventura.
-Tu sei nato e cresciuto a Pontremoli,zona fertile per quanto riguarda i portieri;qual e' il modello a cui ti sei sempre ispirato?
I miei punti di riferimento,su cui e' superfluo spendere troppe parole,sono stati e sono ancora Peruzzi,Marchegiani e Casillas...Vorrei pero' soffermarmi sui miei modelli a livello locale:Michele Martinelli,x la sua tecnica incredibile,Giampaolo "Nicchia" Arrighi per la sua personalità fuori dal comune e Luca Veroni,il portiere più forte mai uscito dalle giovanili del Pontremoli,al quale non e' stata concessa alcuna possibilità di esprimersi.con tutti e 3 ho condiviso partite,allenamenti e grandi emozioni;soprattutto con Veroni, che per me e' come un fratello.
-Tu hai giocato in Toscana,in Liguria e in Emilia Romagna:quali differenze hai trovato nei vari campionati?
Nel ligure,la scarsa preparazione atletica incide in modo negativo sul ritmo delle partite.In Emilia ogni squadra ha una idea precisa sul modo di giocare a calcio.Il campionato toscano e' una vera e propria arena x gladiatori...
-C'e' una squadra in cui hai giocato che ricordi con particolare affetto?
Sicuramente il Podenzana,con cui ho conquistato la promozione in seconda categoria e l'ASD Pontremolese in cui ricoprivo anche il ruolo di dirigente.
-Quando dirai basta al calcio giocato,rimarrai nell'ambiente?per esempio come preparatore dei portieri?
E' una cosa a cui non ho ancora pensato,mi sono dato un termine e mancano ancora 8 anni,speriamo....
-Quale e' stato il momento più esaltante della tua carriera? E il momento che vorresti dimenticare?
Tra i momenti più brutti,non posso dimenticare la retrocessione patita col Cristo Re nel 2006 e il fallimento del progetto ASD Pontremolese;mentre l'esperienza più esaltante risale ai playoff del 2008 disputati contro il Fosdinovo quando difendevo la porta del Podenzana. Con una prestazione perfetta,vincemmo 3-0 in trasferta, ribaltando cosi' il 2-0 subito in casa, a Podenzana. Ma la soddisfazione emerge ogni volta che con le mie prestazioni riesco a zittire tutti quelli che mi criticano o che non credono in me.
-Quali sono state le qualità che ti hanno permesso di emergere in un ambiente selettivo come quello dei portieri?
Non saprei;probabilmente la costanza,la voglia di migliorarmi giorno dopo giorno per raggiungere determinati obiettivi.
-Cosa ti ha spinto ad essere un portiere con la valigia sempre pronta?La continua ricerca di motivazioni?
Le mie scelte sono state spesso dettate da priorità lavorative;il lato positivo e' che in questo modo ho arricchito il mio bagaglio personale con diversi modi di pensare e di affrontare il calcio.
-Descriviti per chi non ti conosce:il fondamentale in cui ti senti più preparato e il tuo tallone d'achille.
Tra i pali mi esprimo meglio rispetto alle uscite alte.il mio problema e' che a volte dovrei pensare meno e affidarmi all'istinto.
-Quali sono le tue aspettative per la stagione in corso?
Sicuramente la salvezza.Le cose non vanno bene,abbiamo cambiato tre allenatori in 4 mesi e ora con mister Paselli speriamo di aver imboccato la strada giusta:bisogna pensare ad una partita per volta.
-C'e' stato durante la tua carriera un treno che senti di aver perso e che avrebbe potuto cambiare la tua storia sportiva?
Col senno di poi,se avessi indossato i guanti già dalle giovanili del Pontremoli,chissà? Nessuno può dire con certezza come sarebbe andata,ma avrei alle spalle basi diverse...
-Che consiglio ti senti di dare ai giovani portieri che si sono appena sistemati tra i pali?
Lavorare, lavorare e ancora lavorare.alla lunga,il lavoro paga sempre. E poi,trovare il proprio equilibrio:non demoralizzarsi per un errore,ma allo stesso tempo,non montarsi la testa per un "miracolo"
-Pensi che il calcio possa essere una metafora della vita? E in questo caso come vedi il ruolo solitario del portiere?
Parafrasando il grande Nereo Rocco:"cosi' nel calcio,cosi' nella vita"... Oltre che una metafora,credo che lo sport sia una scuola di vita e la solitudine del portiere e' una chiara opportunità di maturare,perché obbliga a prendersi le proprie responsabilità e a contare soprattutto sulle proprie forze.
Grazie Emanuele,in bocca al lupo per la seconda parte della stagione e per le future esperienze...sempre con la valigia pronta!!!
Grazie a voi e vorrei salutare un grande mister come Morris Centofanti e sono sicuro che trovera' un nuovo progetto che lo stimolera'.La lunigiana ha bisogno di allenatori preparati come lui. Un ringraziamento anche alla mia fidanzata, che mi sostiene nei momenti difficili.
-Emanuele,raccontaci come il calcio sia entrato nella tua vita,cosi',all'improvviso a quasi 20 anni.
Il calcio,ma nello specifico, il ruolo del portiere e' sempre stato nella mia vita. Fin da piccolo ero l'unico dei miei amici che nelle partitelle voleva stare in porta. L'esperienza nelle giovanili del pontremoli non sono state esaltanti e la mia strada a preso una direzione diversa,divisa tra atletica e pallacanestro,senza rinunciare ai tornei estivi disputati trai pali. A vent'anni e' arrivata la chiamata del Terrarossa,per la Juniores provinciale e da li e' iniziata la mia avventura.
-Tu sei nato e cresciuto a Pontremoli,zona fertile per quanto riguarda i portieri;qual e' il modello a cui ti sei sempre ispirato?
I miei punti di riferimento,su cui e' superfluo spendere troppe parole,sono stati e sono ancora Peruzzi,Marchegiani e Casillas...Vorrei pero' soffermarmi sui miei modelli a livello locale:Michele Martinelli,x la sua tecnica incredibile,Giampaolo "Nicchia" Arrighi per la sua personalità fuori dal comune e Luca Veroni,il portiere più forte mai uscito dalle giovanili del Pontremoli,al quale non e' stata concessa alcuna possibilità di esprimersi.con tutti e 3 ho condiviso partite,allenamenti e grandi emozioni;soprattutto con Veroni, che per me e' come un fratello.
-Tu hai giocato in Toscana,in Liguria e in Emilia Romagna:quali differenze hai trovato nei vari campionati?
Nel ligure,la scarsa preparazione atletica incide in modo negativo sul ritmo delle partite.In Emilia ogni squadra ha una idea precisa sul modo di giocare a calcio.Il campionato toscano e' una vera e propria arena x gladiatori...
-C'e' una squadra in cui hai giocato che ricordi con particolare affetto?
Sicuramente il Podenzana,con cui ho conquistato la promozione in seconda categoria e l'ASD Pontremolese in cui ricoprivo anche il ruolo di dirigente.
-Quando dirai basta al calcio giocato,rimarrai nell'ambiente?per esempio come preparatore dei portieri?
E' una cosa a cui non ho ancora pensato,mi sono dato un termine e mancano ancora 8 anni,speriamo....
-Quale e' stato il momento più esaltante della tua carriera? E il momento che vorresti dimenticare?
Tra i momenti più brutti,non posso dimenticare la retrocessione patita col Cristo Re nel 2006 e il fallimento del progetto ASD Pontremolese;mentre l'esperienza più esaltante risale ai playoff del 2008 disputati contro il Fosdinovo quando difendevo la porta del Podenzana. Con una prestazione perfetta,vincemmo 3-0 in trasferta, ribaltando cosi' il 2-0 subito in casa, a Podenzana. Ma la soddisfazione emerge ogni volta che con le mie prestazioni riesco a zittire tutti quelli che mi criticano o che non credono in me.
-Quali sono state le qualità che ti hanno permesso di emergere in un ambiente selettivo come quello dei portieri?
Non saprei;probabilmente la costanza,la voglia di migliorarmi giorno dopo giorno per raggiungere determinati obiettivi.
-Cosa ti ha spinto ad essere un portiere con la valigia sempre pronta?La continua ricerca di motivazioni?
Le mie scelte sono state spesso dettate da priorità lavorative;il lato positivo e' che in questo modo ho arricchito il mio bagaglio personale con diversi modi di pensare e di affrontare il calcio.
-Descriviti per chi non ti conosce:il fondamentale in cui ti senti più preparato e il tuo tallone d'achille.
Tra i pali mi esprimo meglio rispetto alle uscite alte.il mio problema e' che a volte dovrei pensare meno e affidarmi all'istinto.
-Quali sono le tue aspettative per la stagione in corso?
Sicuramente la salvezza.Le cose non vanno bene,abbiamo cambiato tre allenatori in 4 mesi e ora con mister Paselli speriamo di aver imboccato la strada giusta:bisogna pensare ad una partita per volta.
-C'e' stato durante la tua carriera un treno che senti di aver perso e che avrebbe potuto cambiare la tua storia sportiva?
Col senno di poi,se avessi indossato i guanti già dalle giovanili del Pontremoli,chissà? Nessuno può dire con certezza come sarebbe andata,ma avrei alle spalle basi diverse...
-Che consiglio ti senti di dare ai giovani portieri che si sono appena sistemati tra i pali?
Lavorare, lavorare e ancora lavorare.alla lunga,il lavoro paga sempre. E poi,trovare il proprio equilibrio:non demoralizzarsi per un errore,ma allo stesso tempo,non montarsi la testa per un "miracolo"
-Pensi che il calcio possa essere una metafora della vita? E in questo caso come vedi il ruolo solitario del portiere?
Parafrasando il grande Nereo Rocco:"cosi' nel calcio,cosi' nella vita"... Oltre che una metafora,credo che lo sport sia una scuola di vita e la solitudine del portiere e' una chiara opportunità di maturare,perché obbliga a prendersi le proprie responsabilità e a contare soprattutto sulle proprie forze.
Grazie Emanuele,in bocca al lupo per la seconda parte della stagione e per le future esperienze...sempre con la valigia pronta!!!
Grazie a voi e vorrei salutare un grande mister come Morris Centofanti e sono sicuro che trovera' un nuovo progetto che lo stimolera'.La lunigiana ha bisogno di allenatori preparati come lui. Un ringraziamento anche alla mia fidanzata, che mi sostiene nei momenti difficili.