PAOLO BERTACCHINI, TORNATO SULLA PANCHINA DEL SERRICCIOLO NON HA DUBBI: "SERVE ANCHE UNA MIGLIORE CONDIZIONE ATLETICA PER SOPPERIRE LE LACUNE"
Dopo il ritorno vincente sulla panchina del Serricciolo, che era già stata sua per diversi anni, abbiamo intervistato “il leader” Paolo Bertacchini. Un ritorno che Bertacchini ha accettato per spirito di appartenenza, quasi come se - racconta - il serricciolo fosse un pò figlio suo.
Mister iniziamo dalla sua decisione. Perché ha accettato l’incarico?
“Dopo le dimissioni di Ebano la società mi ha contattato ma in quel momento rifiutai l'offerta anzi condivisi insieme al presidente e alcuni dirigenti alcuni nomi di colleghi che avrebbero potuto dare una scossa positiva al gruppo. La verità poi è che nessuno di questi ha dato la disponibilità ad allenare la squadra, tutti per vari motivi, lavorativi, familiari, motivazioni che secondo me nascondevano altre valutazioni che tutti sappiamo ma chiaramente condivisibili. A quel punto ho deciso di tornare a dare una mano ad un gruppo di dirigenti che per me oramai sono come dei familiari, degli amici veri che sacrificano anche risparmi personali per il Serricciolo ma soprattutto anche per provare a salvare quattro anni di sacrifici sia familiari che lavorativi. Deve capire che in famiglia ho due bellissime bambine e per me il Serricciolo, i giocatori, sono come il terzo figlio maschio che non ho mai avuto, lei conosce un padre che non darebbe una mano ad un figlio in difficoltà?”
Primo match e prima vittoria molto sofferta, che partita è stata?
“Abbiamo iniziato veramente bene il match, concentrati, corti e aggressivi, poi però, a detta di tutti i presenti, dopo mezz'ora siamo calati in maniera davvero critica. Nel secondo tempo abbiamo sofferto, ci siamo rintanati nella nostra metà campo e siamo riusciti a vincere anche con un po' di fortuna. Devo dire che i ragazzi hanno mostrato un grande spirito di sacrificio ed una voglia incredibile di portare a casa i tre punti”.
Quali emozioni ha provato nel sedersi domenica in panchina?
“Ma..sinceramente devo dire che emozionarmi non è proprio una delle mie virtù. Più che emozione parlerei di arrabbiatura, anzi se posso dirlo "incazzatura"..si perchè non mi sarei mai aspettato di vedere un Serricciolo a zero punti dopo quattro partite e dopo neanche due mesi tornare a sedermi sulla solita panchina. Sapesse quanti sportivi mi hanno detto che con questo ritorno retrocederò, mi brucerò, di non accettare perché a dicembre mi avrebbero chiamato a dirigere la loro squadra ecc..ecc.. ma io non mi vergogno e non mi pento di mettere i sentimenti davanti alle ambizioni e proprio per questo gesto credo di avere anche il diritto di esprimere la mia opinione sul Serricciolo senza dover chiedere scusa a nessuno”.
Cosa serve a questa squadra per salvarsi?
“Più carattere, autostima, ma soprattutto una condizione atletica in grado di sopperire a diverse lacune tecniche per la categoria. Poi serve urgentemente un diverso approccio mentale verso il calcio, ci sono tanti giovani nuovi ai quali va spiegato che con la mentalità che hanno avuto sino ad oggi nell'approcciarsi all'allenamento le loro qualità, che in alcuni sono anche elevate, andranno sperdute nei campetti amatoriali”.
Tornerete sul mercato?
“Il campo, ovvero il vero giudice incontrastabile del calcio, oggi ci dice che il Serricciolo, sottolineo tutto il gruppo Serricciolo e non questo e quello, ha sbagliato qualcosa nei mesi estivi perciò la risposta è sì. Per quanto riguarda i settori dove interverremmo abbiamo bisogno di qualche allenamento in più per conoscere bene i ragazzi soprattutto i nuovi”.
Tratto da "Il Tirreno"
Dopo il ritorno vincente sulla panchina del Serricciolo, che era già stata sua per diversi anni, abbiamo intervistato “il leader” Paolo Bertacchini. Un ritorno che Bertacchini ha accettato per spirito di appartenenza, quasi come se - racconta - il serricciolo fosse un pò figlio suo.
Mister iniziamo dalla sua decisione. Perché ha accettato l’incarico?
“Dopo le dimissioni di Ebano la società mi ha contattato ma in quel momento rifiutai l'offerta anzi condivisi insieme al presidente e alcuni dirigenti alcuni nomi di colleghi che avrebbero potuto dare una scossa positiva al gruppo. La verità poi è che nessuno di questi ha dato la disponibilità ad allenare la squadra, tutti per vari motivi, lavorativi, familiari, motivazioni che secondo me nascondevano altre valutazioni che tutti sappiamo ma chiaramente condivisibili. A quel punto ho deciso di tornare a dare una mano ad un gruppo di dirigenti che per me oramai sono come dei familiari, degli amici veri che sacrificano anche risparmi personali per il Serricciolo ma soprattutto anche per provare a salvare quattro anni di sacrifici sia familiari che lavorativi. Deve capire che in famiglia ho due bellissime bambine e per me il Serricciolo, i giocatori, sono come il terzo figlio maschio che non ho mai avuto, lei conosce un padre che non darebbe una mano ad un figlio in difficoltà?”
Primo match e prima vittoria molto sofferta, che partita è stata?
“Abbiamo iniziato veramente bene il match, concentrati, corti e aggressivi, poi però, a detta di tutti i presenti, dopo mezz'ora siamo calati in maniera davvero critica. Nel secondo tempo abbiamo sofferto, ci siamo rintanati nella nostra metà campo e siamo riusciti a vincere anche con un po' di fortuna. Devo dire che i ragazzi hanno mostrato un grande spirito di sacrificio ed una voglia incredibile di portare a casa i tre punti”.
Quali emozioni ha provato nel sedersi domenica in panchina?
“Ma..sinceramente devo dire che emozionarmi non è proprio una delle mie virtù. Più che emozione parlerei di arrabbiatura, anzi se posso dirlo "incazzatura"..si perchè non mi sarei mai aspettato di vedere un Serricciolo a zero punti dopo quattro partite e dopo neanche due mesi tornare a sedermi sulla solita panchina. Sapesse quanti sportivi mi hanno detto che con questo ritorno retrocederò, mi brucerò, di non accettare perché a dicembre mi avrebbero chiamato a dirigere la loro squadra ecc..ecc.. ma io non mi vergogno e non mi pento di mettere i sentimenti davanti alle ambizioni e proprio per questo gesto credo di avere anche il diritto di esprimere la mia opinione sul Serricciolo senza dover chiedere scusa a nessuno”.
Cosa serve a questa squadra per salvarsi?
“Più carattere, autostima, ma soprattutto una condizione atletica in grado di sopperire a diverse lacune tecniche per la categoria. Poi serve urgentemente un diverso approccio mentale verso il calcio, ci sono tanti giovani nuovi ai quali va spiegato che con la mentalità che hanno avuto sino ad oggi nell'approcciarsi all'allenamento le loro qualità, che in alcuni sono anche elevate, andranno sperdute nei campetti amatoriali”.
Tornerete sul mercato?
“Il campo, ovvero il vero giudice incontrastabile del calcio, oggi ci dice che il Serricciolo, sottolineo tutto il gruppo Serricciolo e non questo e quello, ha sbagliato qualcosa nei mesi estivi perciò la risposta è sì. Per quanto riguarda i settori dove interverremmo abbiamo bisogno di qualche allenamento in più per conoscere bene i ragazzi soprattutto i nuovi”.
Tratto da "Il Tirreno"